BOBO CRAXI? MEGLIO STEFANIA

di Lantenac [pseudonimo di Pino Tosca]

A Bari sono già stati affissi cartelloni giganti di propaganda elettorale per Bobo Craxi (del quale si mormora che sarà candidato, ahi noi!, proprio nel collegio di Modugno) nonché per Claudio Martelli.

Naturalmente anche questi due signori si sono accasati (è il caso di dirlo) nella cosiddetta “Casa delle libertà”.  Sull’ex Ministro socialista della Giustizia è meglio stendere un velo pietoso. Noto come “lo spinellatore di Malindi” (beccato proprio mentre Bettino Craxi faceva la sua personale campagna contro la droga), laicista di quelli duri e puri, è passato alla storia non solo per quella assurda legge sull’immigrazione che ha portato il suo nome, ma per il tradimento contro chi lo aveva letteralmente “costruito” come personaggio politico ed al quale doveva tutto: Bettino Craxi.

Nei momenti bui, fu il primo a tagliare la corda, insieme ad uno sciame di mangiapagnotte come Amato, Del Turco, Krizia, Boselli e via enumerando. Ricordiamo ancora il viso sprezzante di Craxi, gonfio di ripugnanza, quando, esule ad Hammamet, i giornalisti televisivi italiani gli chiesero un giudizio sul suo introvabile ex-delfino.

Che dire poi di Bobo? Un personaggio piccolo piccolo, un nanerottolo politico se confrontato al padre. Anche lui pavido, senza grinta (per non dire altro) e, soprattutto, senza coerenza. Il Bobo, non dimentichiamolo, ha “vendicato” la morte di suo padre (dovuta alle vicissitudini giudiziarie originate dall’assalto di una certa magistratura che però si è guardata bene dal far fare la stessa fine ai caporioni comunisti), schierandosi col centro-sinistra e cercando di farsi eleggere al Parlamento europeo proprio con quello schieramento politico che annovera ancor oggi i nemici giurati di Bettino: i post-comunisti. Adesso ha cambiato idea e, per farsi eleggere, si rivolge al Polo. Ma dove vai, caro Bobo, se la banana non ce l’hai?

Di ben altro spessore, umano e politico, ha dimostrato di essere, invece, sua sorella Stefania. Questa sì che l’avremmo votata se, al posto dello scialbo Bobo, il Polo avesse avuta l’intelligenza di candidarla.

Stefania è infatti l’unico “uomo” di famiglia, degna erede della grinta del padre. I comunisti, neo e post, lei li attacca senza mezzi termini; i falsi verdi, come Rutelli e Ripa di Meana, (che dopo aver lautamente banchettato, per un decennio, al desco di Bettino, quando il clima è mutato sono stati tra i suoi più squallidi detrattori) hanno ricevuto da lei battute al vetriolo e insulti sanguinosi, come quando è andata in Tribunale per aver definito “grandissimo stronzo” l’ex Sindaco di Roma; i giudici politicizzati li ha coraggiosamente sbugiardati; i traditori della prima ed ultima ora (Giuliano Amato, in testa) li ha insultati con ferocia.

E coraggio ancora maggiore Stefania ha avuto quando, sfidando il “nuovo ordine antifascista”, ha dichiarato in molte occasioni quello che tutti sanno ma hanno paura di dire: che Giusta Fioravanti e Francesca Mambro sono innocenti della strage di Bologna e che stanno pagando una colpa non commessa solo perché terroristi di segno nero.

Queste sono le persone che ci servono per fare un ribaltone, non i deputati-camomilla o i parlamentari-fantasma. Stefania ci voleva a Modugno. Di questo Bobo non sappiamo che farcene. Portatevelo da un’altra parte.