CARO AMORE MIO

Ricordi, tesoruccio, quando mi contemplavi

con i tuoi occhi grandi e il collo mi baciavi

ed io, grande imbecille, nei sogni m’immergevo

e con la spada in pugno e l’elmo mi vedevo.

e quando con calore, come adorassi un dio,

mi sussurravi dolce: “oh, caro amore mio”.

Ricordi, principessa, i soldi che infilavi

nelle mie tasche rotte perché poi confidavi

a tutte le svampite del tuo bel circondario

che il tuo spiantato amor “è un rivoluzionario”.

e quando dal balcone, prima di dirmi addio,

mi sussurravi dolce: “oh, caro amore mio”.

Ricordi le mie scarpe sdrucite ed invecchiate

per tutti quei chilometri sotto le nevicate,

alla ricerca dei tuoi occhi d’allegria

che han consolato un dì la mia triste follia.

e quando io ridevo di santi, amici e Dio

perché mi sussurravi: “Oh, caro amore mio”.

Ed anche se quei giorni per te non son più niente

e la mia faccia è persa tra i volti d’altra gente,

io voglio ricordare, io devo ricordare

l’ipocrisia farcita, per poi poter narrare

agli ostinati illusi del duro stampo mio

che un dì mi sussurravi: “oh, caro amore mio

[parole di Pino Tosca musica di Michele Condemi – Torino, primavera 1970]

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